Enrico Fossati.

Ho sempre disegnato, fin da piccolo utilizzavo la penna bic e cercavo di crearmi i miei mondi immaginari.

Ho sempre disegnato, fin da piccolo utilizzavo la penna bic e cercavo di crearmi i miei mondi immaginari. Ho avuto la fortuna di imparare la tecnica della pittura ad olio in prima media, e questo mi ha aiutato moltissimo nella mia crescita artistica.
Dopo aver seguito il liceo artistico (due anni per poi passare a studiare grafica pubblicitaria) ho incominciato a sperimentare le varie tecniche che imparavo, dalla classica matita all’acquarello, dalla china all’acrlico.

I primi lavori ad olio sono delle “copie” classiche di alcune foto che facevo nelle varie città, da Milano ad Utrecht, poi ho incominciato a “liberare” la mia creatività, incominciando a sviluppare una tecnica in bianco e nero, dove la tela diventava un diario ed io racconta-vo la mia vita.
Sperimento con tonalità intense che si inseguono per poi unirsi in una danza armonica o divergono incontrando linee nette di confine.

Riempire gli spazi o sfondarli? Circoscrivere o evadere? Impastare o gettare materia pura sulla tela? Questi gli estremi che rappresentano il mio mondo immaginifico e pittorico, un mondo fatto di storie interiori raccontate attraverso l’uso grafico del segno ma che talvolta cambia direzione nel tentativo di esplorare le infinite possibilità che offre la tavolozza. Un linguaggio pittorico in divenire che, partendo da visioni urbane reinterpretate con occhi sognanti, approda ad un codice sempre più astratto e sperimentale in cui la frantumazione dello spazio e la sua ricostruzione attraverso il colore diventano uno dei miei obiettivi primari.
Nell’ultimo periodo sto sperimentando visioni metropolitane ancora più dettagliate, in bianco e nero ed a colori, mi piace rappresentare lo sviluppo verticale delle città, le sue prospettive e tutta lo confusione armonica che crea il movimento di una città.